SMASCHERARE LE FALSE APPARENZE – ABBATTERE LA MENZOGNA


wolf

Arcana publicata vilescunt, et gratiam prophanata amittunt. Ergo: ne Margaritas objice porcis, seu Asino substerne rosas.                                                                                     

Riprendiamo lettura e analisi dell’opera di Giorgio Tarditi Spagnoli, opera che leggiamo nel testo digitalizzato nel formato kindle, e che in tale formato riunisce le circa 600 pagine dei tre volumi della sua opera a stampa. L’analisi dell’opera che farò sarà una disanima puntuale e, per così dire, filologica, ossia un esame critico della fondatezza o meno, riguardo alle affermazioni e alla credibilità delle fonti sulle quali il suo studio si basa. Qualcuno troverà, forse, noiosa e pedante la disanima che faccio, la quale invece è un’opera chirurgica per ripulire dal veleno esiziale e dal marciume che viene riversato nelle anime. Del resto Eco non è un blog di intrattenimento e di svago, bensì una aspra trincea di lotta.

Non me ne voglia, dunque, il nostro giovin autore ligure – plurilaureato e addottorando, a suo dire, con vari Masters e studi a Milano e Londra, e da quel che ho capito, Naturopata e Floriterapeuta Antroposofico, Pranoterapeuta Antroposofico, Counselor Biografico, nonché Web Editor della Colorado Film, ed infine financo cultore di studi universitari di psicologia analitica junghiana – ma molte, veramente molte, delle sue affermazioni mi hanno lasciato non poco perplesso, e siccome ad un cattivissimo lupaccio diffidente, qual io sono e quale mi sforzo energicamente di continuare ad essere, non piace punto perplettersi, andrò alla ricerca della verità reale e non di quella apparente. Arturo Reghini – oramai anche i muri e i ciottoli di fiume sanno quanto mi sia simpaticissimo – affermava che «la diffidenza è madre della sapienza», e una prudente diffidenza insegna al presente lupaccio cattivissimo, invecchiato in mille zuffe e battaglie, a non lasciarci una zampa in una improvvida e ben mimetizzata tagliola. Comunque, lo sappia il nostro giovin autore, nulla di personale, come dicono nei film americani: semplicemente chiameremo vero il vero e falso il falso. E se questo a taluni non piacerà, non me ne affliggerò di certo. Ma entriamo pure, come dicevano i Latini, in medias res.

Egli così scrive già nel secondo paragrafo della sua Premessa:

«Il nome Mystica Aeterna è ben più, è un nome mistico: Mystica si riferisce alla scaturigine della vita spirituale che ha sede nel cuore e risale verso il capo; ed Aeterna a quando il pensare scende ad incontrare l’afflato del cuore, eternandosi nel pensare del cuore: il sentiero centrale dell’Albero della Vita, che connette le Sephiroth Kether, la Corona, e Tiphareth, la Bellezza. Con questo lavoro Rudolf Steiner mirava ad unire l’approccio mistico con quello occulto (o magico, come si chiamerebbe in altri ordini esoterici che vedremo) e con questo scritto vorrei poter permettere a coloro che lo leggeranno di poter unire queste due correnti nell’anima».

A parte il poetare lirico, che forse attrarrà non poco la sciropposa e stucchevole sentimentalità di tanti antroposofazzi, occorre dire subito che, se questa è l’impostazione dello studio del nostro giovin autore, essa è sbagliata sin dalle prime frasi. Quella di Rudolf Steiner è Scienza dello Spirito: Scienza e niente affatto una mistica o un misticismo. Posso dire, che nei miei studi di oltre cinque decenni e passa nella Sapienza d’Oriente e d’Occidente, non ho mai incontrato un essere meno mistico, anzi più decisamente antimistico di Rudolf Steiner. La scienza non è sentimentalità, ma conoscenza che si basa su una rigorosa empiria, ossia sull’esperimento e sulla percezione diretta dei fenomeni.  

Alla sua Filosofia della Libertà – nella quale peraltro egli fa letteralmente a pezzettini il misticismo del sentire, affermando che il mistico vuole solo soggettivamente sentire, quel che invece devrebbe oggettivamente conoscere – Rudolf Steiner pone come sottotitolo: Risultati di osservazione animica secondo il metodo delle scienze naturali, e lo contrappone polemicamente al sottotitolo di un’opera di Eduard von Hartmann, che pure stimava moltissimo, «Risultati speculativi secondo il metodo induttivo delle scienze naturali». L’osservazione è l’atto cosciente che conduce alla percezione, ed è una esperienza e non una speculazione, ossia non è il risultato di una induzione o deduzione puramente logica. L’osservazione viene condotta rigorosamente secondo il metodo scientifico sperimentale, seguendo le linee del fenomeno puro e del fenomeno primordiale della scienza goethiana della natura. Lo stesso Goethe è quanto di più antimistico si possa pensare, e lo dimostrò nelle sue polemiche con Jacobi sulla questione del preteso ateismo di Spinoza e con Kaspar Lavater sul suo misticismo visionario. 

Rudolf Steiner rifiuta sia il misticismo del sentire – “l’afflato del cuore” del nostro giovin autore – sia la metafisica della volontà, sulla quale si basa il magismo dei cosiddetti Ordini occulti, ai quali nella sua opera fa riferimento il nostro ligure studioso. E la ragione è estremamente semplice: nel sentire l’uomo è semplicemente sognante, ossia come nel sogno egli si trova, di fronte a immagini e percezioni varie, in uno stato diminuito di coscienza passiva, e nel volere egli è addirittura affatto assente come io cosciente e percipiente: immerso, perciò, in uno stato di sonno senza sogni. Solo nel pensare l’uomo può essere veramente sveglio, anche se, guardandomi attorno, parvemi che molti dormano persino quando pensano, o dicono di pensare, o credono di pensare, e magari vanno pure a giro per il mondo, dando l’ingannevole impressione d’esser svegli. Sentimento e volontà restano sognanti e dormenti, a meno che non si segua il sentiero conoscitivo della Via del Pensiero Vivente, tracciato da Rudolf Steiner, e instancabilmente indicatoci da Massimo Scaligero: sostanzialmente la Concentrazione e la Meditazione. Ma la piena coscienza dell’io nel sentire e nel volere non è affatto scontata: essa è il punto d’arrivo di un arduo e faticoso percorso interiore, e non certo il suo punto di partenza. E la Via non fa sconti ai pigri e ai pavidi.   

Infatti, Rudolf Steiner nella sua Scienza occulta nelle sue linee generali, nel capitolo Carattere della scienza occulta, che amo citare dall’edizione Laterza del 1947, ma che per comodità del lettore, data la non facile reperibilità di tale edizione, preferisco dare il riferimento a quella dell’Editrice Antroposofica, Milano, 1969, a p. 32, scrive: 

«L’elemento animico non vive in ciò che l’uomo conosce della natura, bensì nel processo del conoscere: l’anima sperimenta se stessa nel proprio applicarsi alla natura. E in questa sua attività essa si conquista in modo vivente qualcosa che va oltre il sapere della natura, cioè uno sviluppo di se stessa sperimentato nella conoscenza della natura. La scienza occulta vuole esplicare quello sviluppo dell’anima in domini che stanno oltre i limiti della sola natura. Il cultore della scienza occulta non misconosce affatto il valore della scienza naturale, anzi lo riconosce più completamente dello stesso naturalista. Egli sa che non è possibile fondare una scienza, senza i procedimenti rigorosi della scienza naturale moderna; ma gli è pure noto che questa severa mentalità scientifica, una volta conquistata, può venire serbata dalla forza dell’anima ed applicata ad altri domini».

Mentre nelle Osservazioni preliminari alla quarta edizione, che cito sempre dall’edizione Laterza del 1947, ma che, in quella dell’Editrice Antroposofica, si trova alle pp. 19-20, Rudolf Steiner scrive:   

«L’autore ha cercato di dimostrare che questa esperienza, sebbene venga acquistata per virtù di mezzi e di vie assolutamente interiori, non ha però un significato puramente soggettivo per il singolo uomo che l’acquista. Dovrebbe risultare da questa descrizione che la singolarità e la peculiarità personale vengono eliminate dentro l’anima, e che essa arriva a esperienze, che sono del medesimo genere per ogni uomo, di cui l’evoluzione si svolga in modo giusto attraverso le sue esperienze soggettive. Soltanto quando la «conoscenza dei mondi soprasensibili» viene da noi concepita con questa caratteristica, siamo capaci di distinguerla da tutte le esperienze semplicemente soggettive del mistico, ecc. Di tale misticismo si può dire veramente, che è più o meno una vicenda soggettiva, che riguarda il mistico stesso. La disciplina scientifico-spirituale dell’anima, come qui viene intesa, aspira invece a esperienze obiettive, che appunto perciò hanno un valore evidente generale, sebbene la loro verità venga riconosciuta del tutto interiormente».

Quindi, quanto a misticismo e conseguenti “afflati cardiaci”, caro il mio giovin autore, come dicono gl’ispanofoni, entonces nada.

Lo stesso possiamo dire del magismo, cui tanto tiene il nostro giovin autore. Conosco bene i metodi, sedicenti “magici”, di Ordini “occulti” anglosassoni come l’Hermetic Order of the Golden Dawn di MacGregor Mathers e compagni, o della Stella Matutina del Dr. Robert Felkin, o della Inner Light cui apparteneva la Dion Fortune, e conosco pure quelli depravati dell’Astrum Argentinum del magazzo satanista Aleister Crowley; in ambito anglo-germanico, quelli dell’Ordo Templis Orientis prima, seconda e terza maniera di Theodor Reuss e successori, quelli di Franz Bardon, della Fraternitas Saturni, e via dicendo. In Francia quelli dell’Ordre Martiniste di Papus e successori. Negli Stati Uniti dottrine e metodi di Ordini pseudorosicruciani come l’AMORC o Antient Mystic Order Rosae Crucis di Spencer H. Lewis, la Rosicrucian Fellowship del traditore Max Heindel, la Rosicrucian Fraternity di Swiburne Clymer. Naturalmente, conoscere non vuol dire affatto condividere, né documentarsi significa partecipare o praticare.

Ora, mettendo da parte le vie più depravate di confraternite magiche come quelle di Crowley, Reuss, Bardon, Gurdjieff et similia, vi è da dire che, se pure in alcune di quelle confraternite sedicenti “magiche” del mondo anglosassone, cui fa riferimento Giorgio Tarditi Spagnoli, vi è talvolta qualcosa di buono, tratto da antiche tradizioni sopravvissute a tempi ormai lontani, tuttavia a tale buono, oggi, vi è mescolato molto, anzi troppo, di arbitrario, di ricostruito al tavolino, di non cosciente e di medianico. Proprio perché le persone che, sedotte dall’immaginifico e dal meraviglioso, si dedicano a quelle vie di magia cerimoniale, le quali in alcun modo sono autentica Teurgia, chiedono appunto ad un rituale preteso magico quello che non sanno chiedere al loro pensare, cioè alla loro volontà cosciente nel pensiero. Pensano di essere maghi, e invece sono soltanto dei sentimentali romantici, e soprattutto sono dei medium, che sognano – come tutti i sentimentali – il possesso della “potenza” magica attraverso le vie della facile forza e del rapido conseguimento. Mentre – come osserva e ammonisce Massimo Scaligero – non vi è nulla di meno facile e, salvo rarissime eccezioni, di meno rapido: nella loro debolezza, coloro che si dànno alla magia cerimoniale hanno unicamente il sogno e l’idolatria sentimentale della forza e della potenza. Proprio perché non la posseggono. La vorrebbero a buon mercato, senza il necessario faticoso lavoro ascetico della realizzazione spirituale, e proprio per questo sono deboli e sentimentali: dei medium.  

Per quel che riguarda quanto scritto nel secondo paragrafo della sua Premessa, ho già chiarito nel mio precedente articolo su Eco, che Rudolf Steiner non ha affatto fondato un Ordine, e per quel che riguarda le Sephiroth citate dal nostro giovin autore, è bene invitarlo a traslitterare correttamente תפארת – le cui consonanti nella scrittura aramaica quadrata, usata correntemente nell’ebraico, nella ortodossa pronunzia sefardita, sono: tav-pe-alef-resh-tav – con tif’ereth, o in forma più semplice tiphereth, e non tiphareth, com’egli costantemente fa. Nella fattispecie, l’alef, che si trova al centro della parola ebraica, non è affatto, come crede lui e come pensano gl’ignoranti, che in maniera insana e improvvida si dànno alla magia cerimoniale, una vocale, una ‘a’ tanto per capirsi, bensì una consonante, gutturale e lievemente aspirata, analoga allo spirito lene del greco classico, e presente eziandio in aramaico con nome di alaf e in arabo, col termine di alif. Infatti, né in ebraico, né in aramaico, né in arabo, e nemmeno nell’antica lingua egizia, venivano scritte le vocali. Nel testo masoretico della Bibbia ebraica, nel Tanakh, le vocali sono totalmente assenti, e assenti sono pure nella versione aramaica del Nuovo Testamento, nella cosiddetta Peshitta. Il signor Tarditi Spagnoli può farmi credito: la Professoressa I.Z., sapientissima titolare di cattedra, e mia cara amica, all’esame di Filologia Biblica volle darmi un poco meritato trenta.

Quanto allo “spiegare” la Via di Steiner alla luce della personalissima interpretazione pseudocabbalistica dell’Albero della Vita, che fa il nostro giovin autore, è cosa che non sta né in cielo né in terra. Della Kabbalah autentica il nostro intraprendente scrittore non conosce un tubero –  direbbe la nostra Savitri – né tampoco di essa capisce un cappero – direbbe Emanuela, e lo si evince dal fatto che attinga esclusivamente o quasi alla letteratura circolante nella Golden Dawn e nelle sue derivazioni, e ci credo poco, anzi punto, al fatto ch’egli abbia passato anni sui testi classici della Kabbalah: il Sefer Yetsirah, il Sefer ha-Bahir, il Sefer ha-Zohar, il Pardes Rimmonim – quello di Moshè Cordovero e non quello di Israel Regardie, il discepolo di Aleister Crowley, sui testi del quale in maniera insana studiano gli appassionati della magia cerimoniale anglosassone in salsa Golden Dawn – i testi di Moshè de Leon, di Gikatilla, di Abulafia, di Chayyim Vital, di Moshè Chayyim Luzzatto, e altri.  

Mi creda il nostro giovin autore, che non è affatto sui riassuntini o sui testi espunti e sintetizzati, tipo Reader’s Digest o Bignami, dalle confraternite sedicenti magiche inglesi, che si possa – senza neppure conoscere l’ebraico e l’aramaico – apprendere l’autentica Kabbalah. E non è nemmeno su siti digilander come Fuoco Sacro, cui – forse – ha attinto, perlomeno da come mi sembra verosimile dai ragionamenti e dalle trascrizioni delle parole ebraiche che leggo, il nostro intraprendente “magista” scrittore. Vi sono nel mondo ebraico degli ambienti kabbalistici autentici, ma sono molto chiusi: specialmente nei confronti degli pseudoesoteristi che dànno tanto sfoggio della loro presuntuosa ignoranza su pubblicazioni e nel web. Nella mia città, conosco una cerchia kabbalistica – autentica, antica e soprattutto pura – veramente sapiente, facente dell’autentica teurgia, e non della bassa magia, ed ho conosciuto e conosco degli iniziati ad essa: penso proprio che uno come il nostro giovin scrittore, essi non lo prenderebbero neppure in considerazione. 

Il nostro autore delle liguri spiagge nella sua Premessa, così prosegue:

«La Mystica Aeterna infatti non ha mai avuto un archivio scritto, i rituali erano solitamente imparati a memoria così che non vi dovesse essere nulla di stampato. Le lezioni esoteriche associate non potevano assolutamente essere stenografate, solo riportate a memoria dopo la lezione stessa, e la loggia non doveva tenere un registro in quanto ritenuto un ostacolo alla comprensione vivente dei rituali. Ecco da dove deriva la difficoltà di ricostruire storicamente tutta la vicenda che dal 1906 giunge al 1914, e poi al 1921 e successivi».

Ora tutto quanto qui dice Giorgio Tarditi Spagnoli è rigorosamente una fiaba: o per dirla con una espressione cortese, un’affabulazione, abilmente suggestiva, partorita dalla sua fervida immaginazione inventiva. Ma a quale scopo? Ma al fine di épater le bourgeois ésoteriste. Che non esistessero rituali scritti lo dice unicamente lui, e da dove egli tragga questa stupefacente informazione egli non lo dice e soprattutto non lo documenta. Che esistessero rituali scritti è dimostrato dal fatto che la mia amica fraterna Hella Wiesberger li possedeva. E poi perché dire: «i rituali erano solitamente imparati a memoria»? Nella lingua italiana ‘solitamente’ significa ‘abitualmente’, e non ‘in tutti i casi’. Del resto, per imparare a memoria qualcosa, bisogna – credo – perlomeno leggerlo e rileggerlo da un testo scritto. Ciò che non deve essere stampato, può benissimo essere manoscritto, e rimanere custodito in poche mani fedeli. Ma lui che ne sa dell’esistenza di testi manoscritti o stampati, o dell’esistenza di archivi conservati?! Evidentemente, ad oltre un secolo dall’apertura e dalla chiusura della Mystica Aeterna, il nostro giovin scrittore ha fonti, per così dire, “spirituali” che lo informano così dettagliatamente.

A dirla tutta, questa storia di rituali  della Mystica Aeterna – secondo il nostro giovin autore: rituali “massonici” – non scritti e imparati a memoria, a questo diffidente lupaccio cattivissimo, dal perfido fiuto, ha fatto venire un feroce sospetto. Chiunque conosca la storia dell’esoterismo, e della Massoneria in particolare, sa bene che, sin dal Settecento, i rituali massonici venivano messi per iscritto: perlomeno nell’Europa continentale. Tant’è che io – disobbediente lupaccio cattivissimo non appartenente a nessuna delle molte variopinte e agitate Obbedienze massoniche della Terra d’Ausonia: appartengo unicamente alla informale fratellanza degli Selvaggi Lupacci Appenninici, e ad honorem a quella dei Trucidi Orsi Marsicani – ne possiedo un’ampia collezione. Ma vi è una significativa eccezione: quella della Libera Muratoria operante in Inghilterra e, in parte, in Scozia e in Irlanda. Per esempio, il rituale denominato Emulation, adottato da molte logge britanniche, viene recitato e svolto interamente a memoria dagli ufficiali di loggia e, ai passaggi di grado, dagli Entered Apprentice, quando questi vengono passed, ossia “passati”, Fellow Craft, e da questi ultimi allorché essi vengono raised, ossia “elevati”, Master Mason. Comunque esistono i testi scritti che i tapini sono obbligati a imparare, almeno in parte, a memoria. Ora, il nostro giovin scrittore ligure è stato – ce lo dice lui stesso – per periodi non brevi a Londra. Hai visto mai ch’egli si sia fatto iniziare in qualche loggia inglese di rito Emulation o simile, tanto più che all’Oriente di Londra vi è anche una loggia “Italia”, la quale tale  rituale “lavora” in lingua italiana? Del resto, anche nel Grande Oriente d’Italia, oltre che nella Gran Loggia Regolare d’Italia, di stretta osservanza inglese, vi sono molte logge che “lavorano” il rituale Emulation. Chissà?! Ma un tale rituale è quanto di più stucchevolmente moralistico e di meno occulto che si possa pensare, e tale vuole dichiaratamente essere, e rimanere.

Il nostro facondo e immaginifico giovin scrittore, facilitandomi assai il compito di analisi critica, ha fatto una sorta di “sintesi” della sua stessa opera ed essa è apparsa come post su un noto social forum: pubblicata, 19 febbraio scorso, alle ore 9.35, in una delle molte pagine dedicate all’Antroposofia, ove il nostro giovin autore riscuote plausi ed elogi a non finire da parte della poco accorta e ancor meno pensante covata “scaligeropolitana”, e non solo da quella. Peccato, davvero, che tale sintesi contenga una serie di spropositi – quasi più spropositi che parole – che ora affronterò subito di petto, commentando i vari paragrafi di tale arruffatissimo post:

«Non è facile tratteggiare in breve Rudolf Steiner (1861-1925), in quanto sono certamente più le attività che ha svolto di quelle che non ha svolto. Pressoché sconosciuta è la sua attività negli ordini esoterici».

A parte il fatto che in buon italiano si dovrebbe dire “tratteggiare in breve la vita o l’opera di Rudolf Steiner”, l’attività di Rudolf Steiner è nota pressoché totalmente – tolti i contatti personali con colui che fu il suo Maestro, che rimasero il suo inviolabile segreto – in quanto si può dire quasi ch’egli non ebbe una  vera e propria vita privata, avendo sempre intorno moltissima gente, spesso fastidiosa e curiosa, con la quale intesseva i rapporti più diversi. Nell’Archivio della Nachlassverwaltung, ossia del suo Lascito, sono presenti oltre 600 quaderni con sopra scritti pensieri, annotazioni, abbozzi di opere, disegni, a partire dalla sua infanzia, quando frequentava le scuole elementari, sino agli ultimi giorni della sua intensa e movimentata vita. Inoltre, vi è un suo vasto epistolario con semplici conoscenti, discepoli, e soprattutto con la sua collaboratrice e sposa, Marie Steiner. Con quest’ultima, Rudolf Steiner affrontò nell’epistolario tutte le questioni più delicate, comprese quelle della fondazione della Mystica Aeterna e dei suoi sviluppi, dei rapporti che brevissimamente ebbe con quel pendaglio da forca che era Theodor Reuss, e via dicendo.

«Nel 1906 nell’ambito della Società Teosofica Steiner conobbe John Yarker, che lo invita a unirsi al Rito di Misraim. Così Theodor Reuss, rappresentante di Yarker per la Germania, conferisce formalmente a Steiner e alla moglie, i massimi gradi operativi: 33°, 90°, 96° del Rito di Misraim, affidandogli il compito di fondare una loggia a Berlino, dal nome “Mystica Aeterna”. Il rito viene associato alla Scuola Esoterica della Società Teosofica come “Servizio di Misraim” e da subito accetta anche le donne».

Rudolf Steiner, che pure stimava assai John Yarker, non lo conobbe né lo incontrò mai personalmente, e tanto meno nell’ambito della Società Teosofica. Rudolf Steiner incontrò solo alcune volte Theodor Reuss, il quale gli conferì, il 24 novembre 1905, prima il grado 30° 67° 89° (dubito fortemente che il nostro giovin autore intenda di che si tratta), affinché potesse fondare non una Loggia, come dice lui, bensì un Capitolo chiamato Mystica Aeterna. E, successivamente, venne elevato al grado di 33° 90° 95°. Infine, riconosciuto come Gran Maestro del Supremo Gran Consiglio Generale del Rito Egiziano di Mizraim, cui spettava il grado di 33° 90° 96°. Marie von Sivers – e non von Sievers, come è scritto nel libro di Giorgio Tarditi Spagnoli – venne riconosciuta come Gran Maestra delle femminili Logge d’Adozione. Contrariamente a quel che scrive il nostro giovin autore, a quell’epoca Marie von Sivers non era ancora la moglie di Rudolf Steiner, il quale la sposò solo nel 1915, durante la Prima Guerra Mondiale, quando la Scuola Esoterica con le sue tre Classi – compresa quindi la Mystica Aeterna – era già stata da lui chiusa, e sigillata ritualmente, da tempo. Chiusa per sempre, senza le fantomatiche “resurrezioni” e “continuazioni” delle quali, con fervida immaginazione, affabula il nostro giovin scrittore.

Inoltre, il Rito di Misraim non venne affatto “associato” alla Scuola Esoterica, in quanto la Mystica Aeterna di Rudolf Steiner – come ho più volte detto – non era affatto un Rito massonico, e non era collegata con le Obbedienze massoniche in circolazione in Germania o altrove: era parte della Scuola Esoterica di Rudolf Steiner, e solo questo.

«Al contempo, Steiner lavora segretamente insieme allo Yarker per revisionare i rituali della piramide egizia. Dall’originaria loggia di Steiner presto gemmano altre logge che operano con lo stesso rito: a Colonia, Lipsia, Stoccarda e Monaco. A metà dell’anno successivo, nel 1907, vengono raggiunti i 100 membri, condizione per la quale Steiner avrebbe potuto divenire Gran Maestro, del tutto indipendente da Reuss».

È pura invenzione che Rudolf Steiner abbia lavorato segretamente con John Yarker per revisionare i rituali della piramide egizia. Prima di tutto, perché a quanto mi consta Rudolf Steiner non incontrò mai, né palesemente né segretamente, John Yarker, in secondo luogo, perché io conosco bene i rituali dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Yarker, che possiedo addirittura in copia fotostatica dei suoi stessi manoscritti, oltre che in forma stampata, ed essi nulla – proprio nulla – hanno a che vedere con la Mystica Aeterna di Rudolf Steiner. Del resto, la Mystica Aeterna era in soli nove gradi, mentre i gradi della istituzione di Yarker erano novantasei, talvolta ridotti a trentatré per motivi operativi: questi rituali li ho tutti e in tutte le loro varie versioni. Sia come forme cerimoniali, sia come contenuti sapienziali, essi sono totalmente diversi da quelli della Mystica Aeterna di Rudolf Steiner.

«Steiner comincia così a modificare il Servizio di Misraim, al fine di allinearlo alla tradizione rosicruciana finché nel 1908 cessa del tutto i rapporti col Reuss. Nasce così il “Culto Cognitivo”, ovvero un rituale atto a porre il neofita in relazione all’essere che presiede al pensare spirituale, Michael, a sua volta araldo del Cristo nonché difensore della corrente spirituale della Rosa+Croce».

Rudolf Steiner non modificò proprio un bel niente del Rituale della Mystica Aeterna, e non aspettò certo il 1908 per rompere i rapporti con Theodor Reuss. Fece solo alcuni minimi mutamenti nel rituale all’inizio del 1913, mutamenti resi necessari dal fatto che alcuni antroposofi avevano abbandonato la Società Antroposofica e la Mystica Aeterna e, tradendo giuramenti e promesse sacre, erano «passati al nemico»: si erano resi necessari alcuni minimi cambiamenti per «proteggere occultamente» il Rituale e la stessa Scuola Esoterica. Dopo i due brevi incontri nei quali egli ricevette la trasmissione formale al grado 30° 67° 89° prima, e al 33° 90° 95° dopo, egli non volle mai più vedere il Reuss, tant’è che io ho le lettere di Reuss all’allora Marie von Sivers nelle quali egli le chiede ripetutamente un incontro con Rudolf Steiner, e si lamenta del fatto di non ricevere mai risposta alcuna. E che non vi fosse connessione veruna della Mystica Aeterna con le esistenti Obbedienze massoniche è dimostrato dal fatto che nessuno che fosse stato iniziato alle varie organizzazioni di Theodor Reuss veniva ammesso a presenziare ai rituali della Mystica Aeterna, ovvero non esisteva quello che in Massoneria viene chiamato “diritto di visita”. Naturalmente, tra i discepoli di Rudolf Steiner vi erano alcuni che erano stati iniziati nelle varie regolari Grandi Logge operanti in Germania, ma partecipavano ai rituali interni della Seconda e Terza Classe della Scuola Esoterica in quanto discepoli diretti di Rudolf Steiner, e non in quanto appartenenti ad Obbedienze massoniche, alle quali venisse riconosciuto il “diritto di visita” di cui sopra, sempre per usare l’usuale terminologia massonica. La Mystica Aeterna non era, sotto nessun aspetto, una Obbedienza massonica, ed è Rudolf Steiner stesso, e non il presente lupaccio cattivissimo, ad affermarlo. E, onde non si dica ch’io m’invento qualcosa, riporterò qui di seguito, nell’orignale tedesco e nella traduzione italiana, quel che Rudolf Steiner disse in proposito, e riportato da Hella Wiesberger nella sua capitale opera di studio Zur Geschichte und aus den Inhalten der erkenntniskultischen Abteilung der Esoterischen Schule 1904 – 1914, p. 94:

«Bis jetzt hat unsere okkulte Strömung für die Welt noch den Namen der Freimaurerei getragen, weil man aus okkultem Standpunkte immer an das Bestehende möglichst anknüpfen soll, aber von jetzt ab soll dieser Name für unseren Tempel in Wegfall kommen und sollen unsere Verrichtungen «Misraim-Dienst» genannt werden. Man möge dies, wenn man unseren okkulten Dienst andeuten will, mit den Buchstaben «M.D.» abkürzen. Die Bezeichnung «F.M.» [Freimaurerei] soll jetzt endgültig verschwinden, und damit ist für die Außenwelt und für alle Einrichtungen auf freimaurerischer Grundlage eine Freimaurerei in unserer Bewegung nicht vorhanden. Wenn bei uns angefragt werden sollte, ob zu unserer Bewegung auch eine Freimaurerei gehört, kann man, ohne eine Unwahrheit auszusprechen, dies verneinen. Was hier verrichtet wird, ist ein okkulter Dienst, genannt Misraim-Dienst, was so viel sagen will wie: das Bewirken der Vereinigung des Irdischen mit dem Himmlischen,
des Sichtbaren mit dem Unsichtbaren». 

«Sinora la nostra corrente occulta ha portato, per il mondo, il nome di Frammassoneria, perché da un punto di vista occulto ci si deve ricollegare il più possibile a ciò che esiste, ma d’ora in poi questo nome nel nostro Tempio deve essere eliminato, e le nostre esecuzioni devono essere chiamate «Misraim-Dienst» [Culto o Liturgia o Rituaria Misraimita]. Lo si può abbreviare, volendo accennare alla nostra rituaria occulta, con le lettere «M.D.». La designazione «F.M.» [Frammassoneria] deve ora definitamente scomparire; e con ciò per il mondo esteriore e per tutte le istituzioni su base massonica nel nostro movimento non è presente veruna Massoneria. se dovessimo venire interrogati, se al nostro movimento appartenga anche una Massoneria, lo si può negare, senza proferire una menzogna. Quel che qui viene istituito, è un culto occulto, chiamato Misraim-Dienst [sc. Liturgia o Culto Misraimita], il che è come dire: operare la ricongiunzione dell’elemento terrestre con l’elemento celeste, del visibile con l’invisibile».

Più chiaramente di così, penso, Rudolf Steiner non poteva esprimersi per negare che la Scienza dello Spirito avesse qualcosa a che fare con qualsivoglia forma di Massoneria, buona o cattiva che fosse.

Hella Wiesberger, in vari colloqui, mi disse di aver parlato e fatto esaminare più volte i rituali originali della Mystica Aeterna a varie personalità dell’Ordine massonico in Svizzera, e in particolare ad un suo caro amico, Jan K. Lagutt, antroposofo e massone appartenente alla Gran Loggia Alpina, operante appunto in Svizzera, del quale possiedo pure un libro, Grundstein der Freimaurerei, Erkenntnis und Verkennung, edito nel 1963 dalla Origo Verlag di Zurigo. Hella Wiesberger cita, in una appendice del volume della GA-265, dedicato alla Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica, alle pp. 503-505, un significativo estratto di tale libro, nel quale si parla della differenza tra la Via cainita e quella abelita, tra l’iniziazione esoterica cainita e la consacrazione sacerdotale abelita. Ebbene, anche Jan K. Lagutt, come gli altri esponenti dell’Ordine massonico in Svizzera, dopo avere ben esaminato i rituali scritti della Mystica Aeterna – quindi è palesemente falso quello che afferma il nostro giovin scrittore ligure, che non sarebbero esistiti tali rituali scritti – affermò che essi tali non erano rituali massonici.

Nel suo post, pubblicato sulla pagina del noto social forum, il Giorgio Tarditi Spagnoli, così prosegue: 

«Diviso in nove gradi dei Misteri Minori più quattro segreti dei Misteri Maggiori, Steiner incorpora nel nuovo rito elementi magico-teurgici, e per differenziarsi ulteriormente dal precedente rito rinomina i suoi membri “massoni esoterici”, indicando in ciò l’unione della forma rituale rosicruciana con gli esercizi della Scuola Esoterica».

Ebbene, ciò è rigorosamente falso. In essa vi erano unicamente tre gradi della Seconda Classe della Scuola Esoterica, e i sei gradi della Terza Classe: in tutto solo nove gradi, e non ve ne erano altri. Non vi è traccia alcuna nei rituali e nemmeno nelle Instruktionsstunden, ossia nelle “riunioni d’istruzione” che Rudolf Steiner, e solo lui, teneva ai suoi discepoli diretti, di una divisione tra “Misteri Minori” e “Misteri Maggiori”: una pura invenzione del nostro giovin scrittore, non suffragata da alcun documento. Una tale suddivisione misterica, in realtà, egli la prende dagli scritti del traditore Max Heindel. 

«La Mystica Aeterna diviene una vera e propria “organizzazione ombrello”, sotto i cui auspici si incontrarono le personalità di spicco dell’esoterismo europeo, appartenenti a ordini teosofici, massonici e rosicruciani. Possiamo citare ad esempio l’ex allievo di Steiner Max Heindel, la cui Rosicrucian Fellowship americana è imperniata attorno a una Scuola Esoterica dotata della stessa scala in nove gradi della Mystica Aeterna.

Un altro particolare poco noto è che fu Steiner a elaborare la scala in nove gradi poi trasferita nell’O.T.O. prima di rendersi indipendente da Reuss. Sappiamo inoltre che la Loggia di Steiner nacque come la gemella tedesca della sezione britannica chiamata Mysteria Mystica Maxima, notoriamente affidata ad Aleister Crowley nel 1912, tanto che il nome esteso è “Mysteria Mystica Aeterna” anche se le due vie presero due percorsi diametralmente opposti».

Altre belle fiabe – per usare un gentile eufemismo – del nostro giovin autore. La Mystica Aeterna di Rudolf Steiner non era affatto una “organizzazione ombrello”, e in essa non si incontravano affatto “personalità di spicco dell’esoterismo europeo”, in una sorta di sincretismo esoterico all’americana, in stile new age, come qui viene da lui suggerito. Vi erano ammessi unicamente suoi discepoli, che avevano superato il probazionismo ed erano entrati, dopo la rituale promessa sacra, nella Prima Classe della Scuola Esoterica. Vi partecipavano solo e unicamente i discepoli di Rudolf Steiner, che si consacravano totalmente e solo alla Via da lui indicata. Alcuni di loro potevano appartenere o avere appartenuto ad Obbedienze massoniche o ad altre organizzazioni esoteriche, tuttavia essi seguivano esclusivamente il sentiero della conoscenza dell’Antroposofia, e nessun altro, e sulla Mystica Aeterna, al di fuori di essa, non pronunciavano verbo: neppure con i discepoli di Steiner appartenenti alla Prima Classe della Scuola Esoterica: un giuramento rigoroso e severo li vincolava al più completo silenzio. E non era affatto un luogo di “confronto” tra appartenenti a vie diverse, tanto più che i membri di essa rispettarono tutti – tolti alcuni sporchi traditori – il severo giuramento di tacere su tutto quanto veniva loro comunicato nella e sulla Mystica Aeterna. Io ho uno scritto, apparso su Das Goetheanum, di Jan K. Lagutt, massone, antroposofo, facente parte della Classe Esoterica, il quale racconta come dai suoi genitori, discepoli diretti di Rudolf Steiner e appartenenti ambedue alla Mystica Aeterna, per tutta la vita non gli riuscì mai di cavare una sola parola su cosa venisse fatto in quella riservata cerchia ristretta. 

Quanto a Max Heindel, come detto nel mio precedente articolo, egli non era altro che un ladro, un  volgare plagiatore, e un traditore spirituale. Rudolf Steiner ne denunciò apertamente l’attività antispirituale e controiniziatica nel corso delle conferenze sul Quinto Vangelo. Max Heindel, tornato in America fece una prima edizione dattiloscritta e mimeografata della prima edizione del 1908 della sua Cosmogonia dei Rosacroce, mentre si trovava a Buffalo, nello Stato di New York, alla quale premise ipocritamente questa dedica:

«Dedicated to my esteemed teacher and value friend Dr. Rudolph [sic!] Steiner, and to my more than friend Dr. Alma Von Brandis, in grateful recognition of the inestimable influence for soul-growth they have exercised in my life»,

la quale, tradotta, suona:

«Dedicato al mio Maestro e stimato amico Dr. Rudolph [sic!] Steiner, e alla mia più che amica Dr.ssa Alma von Brandis, in grato riconoscimento dell’inestimabile influenza sulla crescita animica, che essi hanno esercitato nella mia vita».

Mentre, la prima edizione a stampa apparve a Seattle, nello Stato di Washington, nel novembre del 1909, e recava la seguente dedica:

«To my valued friend, DR. RUDOLPH [sic!] STEINER, in grateful recognition of much valuable information received, and to friend, DR. ALMA VON BRANDIS, in heartfelt appreciation of the inestimable influence for soul-growth she has exercised in my life»,

la quale a sua volta, tradotta, dice:  

«Al mio stimato amico Dr. Rudolph [sic!] Steiner, in grato riconoscimento del preziosissimo insegnamento ricevuto, e alla mia amica, Dr.ssa Alma von Brandis, in cordiale apprezzamento per l’inestimabile influenza per la crescita animica, che lei ha esercitato nella mia vita».

E, in fondo al libro, nella bibliografia consigliata, veniva pure indicato come importante da leggere un testo di Rudolf Steiner come The Way of Initiation, ossia la traduzione inglese de L’Iniziazione. Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori. E scusate se è poco! L’ipocrisia di una tale dedica sta tutta nel fatto ch’egli, già quando era in Germania, coi suoi furti e col suo tradimento nei confronti di Rudolf Steiner, Max Heindel aveva già provocato la rottura dell’amicizia da parte di Alma von Brandis.

Comunque, nella successiva edizione del 1911, egli ritrattò vilmente, fece togliere una sì compromettente dedica, ed evitò in seguito ogni riferimento a Rudolf Steiner. Ma nella conferenza, che tenne a Lipsia il 10 giugno 1917, Rudolf Steiner comunicò che Max Heindel aveva frequentato ogni sua conferenza possibile, e si era fatto prestare da discepoli di Steiner tutte le trascrizioni delle conferenze o gli appunti su cui poteva mettere le mani, li aveva ricopiati e una volta tornato in America aveva pubblicato la sua Rosicrucian Cosmo-Conception, or Christian Occult Science (in seguito, il sottotitolo lo mutò in Mystic Christianity), plagiata dalle opere di Rudolf Steiner sin nel titolo, ossia la sua opera maggiore, che in italiano porta il nome di Cosmogonia dei Rosacroce.

Nel tempo la Rosicrucian Fellowship di Max Heindel fece ogni sforzo per recuperare e distruggere più copie possibile di quella prima compromettente edizione. Ma se ne dimenticarono una a Firenze, nella biblioteca di Arturo Reghini, ora facente parte del fondo della Biblioteca Filosofica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. L’amico L., che mi fece conoscere nel 1970 Massimo Scaligero, prima di incontrare la Scienza dello Spirito, aveva fatto parte della Rosicrucian Fellowship di Max Heindel, e in vari colloqui mi descrisse tutti gli aspetti irregolari ed estremamente pericolosi, che non sono evidenti nelle di lui opere scritte e pubblicate, ma che a lui erano stati trasmessi in quanto era entrato a far parte della cerchia interna di tale organizzazione. Io feci le fotocopie delle pagine dell’edizione del 1909 della Cosmogonia dei Rosacroce, relative a Rudolf Steiner, e le portai a L. e a Massimo Scaligero. Essi le fecero pervenire ad Olga Faella, allora a capo della organizzazione di Max Heindel in Italia, e a vari membri importanti, come i fratelli Francesco (che conobbi a casa di L.) e Menotti Cossu, del gruppo maxheindeliano romano, del quale un tempo aveva fatto parte il mio amico L. Successe il finimondo: un vero e proprio macello!

Il tradimento di Max Heindel fu anche, come ho detto più sopra, il motivo della rottura tra lui e Alma von Brandis, discepola di Rudolf Steiner nella Scuola Esoterica, la quale, generosamente, aveva pure pagato il viaggio di Max Heindel dagli Stati Uniti, accompagnandolo a conoscere Rudolf Steiner. Lei a differenza del traditore Max Heindel, restò per tutta la vita fedele a Rudolf Steiner, raccolse fondi per la costruzione del primo Goetheanum e per la scultura del Rappresentante dell’Umanità, e addirittura partecipò al Convegno di Natale del 1923, in rappresentanza di tre gruppi antroposofici americani: quelli di Santa Barbara e Los Angeles in California, e quello di New York. Invece Max Heindel si inventò di sana pianta di avere incontrato quelli che chiama i “Fratelli Maggiori” della Rosacroce nella Selva Boema, i quali gli avrebbero dato gli insegnamenti da lui pubblicati nella Cosmogonia, laddove questi erano, invece, tratti tutti, come è stato dimostrato, dalle conferenze tenute ma non ancora pubblicate di Rudolf Steiner, delle quali egli aveva fatto incetta nel periodo tra l’inizio di novembre del 1907 e la fine di marzo del 1908, nel quale egli rimase sul suolo tedesco.

Naturalmente, subito dopo la pubblicazione della Cosmogonia dei Rosacroce di Max Heindel, ma anche dopo la seconda edizione dalla quale la dedica era stata non solo tolta, ma pure vilmente “ritrattata”, molti si resero conto del fatto che si trattava di un volgare plagio dell’opera di Rudolf Steiner. In proposito ho molto materiale interessante. Se necessario, questa tristissima vicenda sarà oggetto di pubblicazione su Eco. Per cui, il richiamarsi di Giorgio Tarditi Spagnoli, che si dice antroposofo, a Max Heindel è cosa che rende oltremodo perplesso il presente lupaccio cattivissimo, e gli fa sorgere i peggiori sospetti.

È falsissimo, inoltre, che la Mystica Aeterna di Rudolf Steiner fosse una organizzazione gemella di quella del sozzo mago inglese Aleister Crowley. Theodor Reuss poteva chiamare Mysteria Mystica Aeterna l’istituzione di Steiner e Mysteria Mystica Maxima quella di Crowley, ma Rudolf Steiner in tutti i documenti che abbiamo usa esclusivamente la denominazione Mystica Aeterna o Misraim Dienst, che ha il senso di Rituale o Liturgia Misraimita. Usò una tale espressione proprio per non usare la denominazione Misraim Ritus, o Rito di Misraim, affinché la Mystica Aeterna, agli occhi del mondo, non venisse scambiata per una organizzazione massonica, che tale non era e non voleva essere.

Ma proseguiamo a degustare, centellinandole, le sciocchezze – che sarebbe, forse, più appropriato chiamare divertenti (dal mio orsolupesco punto di vista, davvero poco divertenti…) invenzioni – che il nostro giovin autore ligure ci propina:

«Steiner modellò la Mystica Aeterna sulla base dell’Ordine della Gold und Rosenkreuz, in particolare nella struttura a nove gradi. Poiché questo stesso ordine fu alla base della Societas Rosicruciana in Anglia (S.R.I.A.), a sua volta base dell’Hermetic Order of the Golden Dawn. Steiner influì anche su questo ordine magico: alcuni aspetti sia rituali che esoterici dei gradi rosicruciani (IV°, V°, VI°) della Mystica Aeterna furono trasferiti infatti nei gradi superiori (7=4, 8=3 e 9=2) della Stella Matutina di Robert William Felkin, che riconobbe lo stesso Steiner come Capo Segreto incarnato, in altre parole un Maestro di Saggezza».

Falsissimo pure questo. Tra le molte “cosucce” che ho nel mio orsolupesco archivio, vi sono anche i rituali di questa settecentesca organizzazione massonica tedesca a indirizzo ermetico-alchemico-kabbalistico, con una predilezione per la spagiria di laboratorio. Basta un semplice controllo per rendersi conto che la Mystica Aeterna di Rudolf Steiner non ha nulla in comune con le cerimonie e gli insegnamenti di tale organizzazione. E quello che dico è confermato da quel che afferma, nella sua Historia Ordinis, Wynn W. Westcott – che era un ammiratore di Steiner – Supreme Magus della Societas Rosicruciana in Anglia. Ed è parimenti falsissimo che aspetti sia rituali che esoterici dei gradi rosicruciani della Mystica Aeterna siano stati innestati nella Golden Dawn di MacGregor Mathers o nella Stella Matutina del Dr. Felkin. Ci sono molte cose che il nostro affabulante giovin autore non conosce, ma non sarò certo io che gliele andrò a raccontare, proprio perché egli non profani poi pure quelle.

A questo punto, nel post apparso sul noto social forum, vengono coinvolti i nomi di Giovanni Colazza e di Massimo Scaligero, mentre nel libro viene coinvolto con “spiritose invenzioni” anche il Gruppo Novalis di Roma, diretto da Giovanni Colazza. Quanto basta e avanza – in realtà sarebbe sufficiente molto meno – a far inferocir vieppiù un lupaccio cattivissimo come me. Ma di ciò a suo tempo.

«Possiamo anche ricordare che Steiner si recò a Roma appositamente per incontrare Giovanni Colazza, il maestro di Massimo Scaligero, per invitarlo nella sua “cerchia dei dodici” della Mystica Aeterna, i più alti iniziati europei che avrebbero dovuto fare da tramite spirituale a Christian Rosenkreutz, il Maestro della Rosa+Croce».

Questa notizia il nostro intraprendente giovin autore la prende dall’opera di Massimo Scaligero, Dallo Yoga alla Rosacroce, e cerca di accreditare il fatto che nella “cerchia dei dodici” vi fossero “i più alti iniziati europei”, lasciando sottintendere che non fossero necessariamente antroposofi e discepoli occulti diretti di Rudolf Steiner. Ma anche questa è un’altra furbesca menzogna, tanto più che il nostro abile scrittore ligure non  sa proprio chi fossero questi “dodici”, e non sarò certo io che glielo andrò a confidare, per veder poi i loro nomi anch’essi profanati. Contrariamente a quel che costui cerca di lasciare intendere erano tuttitutti e solo – antroposofi e discepoli di Rudolf Steiner. Il nostro giovin scrittore non ha la più vaga idea di che cosa si trattasse e cerca di cavarsela affabulando: come al suo solito. Dopodiché, ei prosegue il suo ricamato quanto fantasioso racconto, ma qui siamo alla menzogna aperta, e non precisamente menzogna disinteressata, bensì finalizzata a fini che diremo:

«Sette anni dopo la fondazione della prima loggia, si contano ormai 600 membri e i lavori continuano regolarmente fino al 1914, anno in cui il clima di guerra rende difficile la gestione delle logge dislocate in vari territori, appartenenti ormai a paesi in opposizione.

Essendo stata da poco fondata la Società Antroposofica (1913) Steiner cessa ogni attività rituale sotto il suo diretto controllo e infine scioglie formalmente il Culto Cognitivo (1921), almeno apparentemente. Infatti, nonostante ciò, poco prima della morte, Steiner  comunicò in gran segreto ad alcuni discepoli a lui più vicini, tra i più alti gradi della Mystica Aeterna, il suo desiderio di vedere di nuovo il rito risvegliato ed operativo.

Ma alcuni gruppi, racchiusi in modesto silenzio, continuarono a praticare il deposito iniziatico della Mystica Aeterna, come se nulla fosse successo, tagliate fuori dalla Prima Guerra Mondiale, rimasero distanti sia dalle successive vicissitudini della Massoneria Egizia che da quelle della Società Antroposofica.

Lo stesso accadde dopo il passaggio della Soglia da parte di Steiner, sopravvivendo anche alla Seconda Guerra Mondiale, occultate com’erano nel silenzio iniziatico».

Il motivo per il quale Rudolf Steiner, nel 1914, chiuse non solo la Mystica Aeterna – che, lo ripeterò sino alla noia, non era affatto un Rito massonico – ma anche l’intera Scuola Esoterica, non era affatto “la difficoltà di gestione pratica delle logge in paesi diversi”, bensì perché, allora, in Germania vi erano accuse aperte, da parte del partito militarista pangermanista e degli ambienti cattolici oltranzisti, sia contro Rudolf Steiner che nei confronti della Società Antroposofica, che rendevano pericoloso proseguire una tale attività esoterica. La Società Antroposofica, alla quale peraltro egli non era neppure iscritto, e la sua Scuola Esoterica, venivano qualificate ambedue come società segrete e come politicamente operanti al soldo delle potenze dell’Intesa. Sul fronte opposto, invece, Edouard Schuré, da parte sua, in maniera assolutamente imbecille, sciovinista, e irresponsabile, manovrato da elementi del Grande Oriente di Francia, come Eugène Lévy – parole di Marie Steiner – arrivò ad accusare sia Rudolf Steiner che Marie von Sivers di essere al soldo di quello psicopatico del Kaiser Guglielmo II, e di appoggiarlo con arti magiche, arrivando a calunniare e ad accusare Marie von Sivers di aver operato fattivamente a spingere Rudolf Steiner a porsi, magicamente e politicamente, al servizio del militarismo germanico (il quale, invece, lo voleva morto), contro l’Intesa. Di fronte ad una simile, insostenibile situazione nella quale accadde che persino suoi discepoli, presi dalla follia della passionalità nazionalistica, giunsero a contrapporsi “fraternamente” ad altri condiscepoli di diversa nazionalità, Rudolf Steiner chiuse – definitivamente chiuse, e sigillò spiritualmente – la Mystica Aeterna, e quale gesto simbolico inequivocabile e definitivo, sia lui che Marie von Sivers stracciarono i diplomi che avevano ricevuto dalla “Istituzione Yarker”, com’egli la chiama nel XXXVI Capitolo de La mia vita: lui stesso racconterà poi che i diplomi, concessi a lui e a Marie von Sivers “Istituzione Yarker”, erano stati da loro stracciati. 

Ora, acciocché, ancora una volta, qualcuno non pensi che questo perfido lupaccio si stia inventando qualcosa, riporto quanto scrisse Marie Steiner-von Sivers in un suo articolo coraggioso – in Germania erano già cominciate l’era del potere nazionalsocialista e le persecuzioni nei confronti dell’Antroposofia – apparso col titolo War Rudolf Steiner Freimaurer? – ossia: Rudolf Steiner era massone? – nella rivista Anthroposophie. Zeitschrift für freies Geistesleben, 16. Jg. Buch 3, April-Juni 1934, Stuttgart, edita da C.S.Picht, suo amico fedelissimo dei momenti difficili e difficilissimi. Questo articolo fu riprodotto dalla mia amica Hella Wieberger, nel volume della GA-265, Zur Geschichte und aus den Inhalten der erkenntiskultischen Abteilung der Esoterischen Schule 1904-1914, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1987, dedicato alla storia della Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica di Rudolf Steiner, ove a p. 114, si può leggere:

«Als der Krieg ausgebrochen war, im August 1914, erklärte Rudolf Steiner den so begründeten Arbeitskreis, der unter dem Namen «Mystica aeterna» sich zusammengeschlossen hatte, für aufgehoben und zerriß als Zeichen dafür das darauf bezügliche Dokument. Nie ist man in dieser Weise wieder zusammengekommen».

Il rilievo in corsivo è di Marie Steiner. Il testo, tradotto nell’italica lingua, dice:

«Allorché scoppiò la guerra, nell’agosto del 1914, Rudolf Steiner dichiarò abolita la cerchia di lavoro [cultica], che si era riunita sotto il nome di «Mystica aeterna», e come segno di ciò stracciò il relativo documento. non ci si è mai più riuniti nuovamente in tale maniera».

Rudolf Steiner, nel 1914, noncessa ogni attività rituale sotto il suo diretto controllo”, come se ce ne fossero state altre ch’egli non controllava direttamente, e che potevano proseguire senza di lui: tutto nella Scuola Esoterica dipendeva e si ricollegava esclusivamente a lui, e solo lui in essa era il Maestro. Infatti, egli fece cessare semplicemente ogni attività dell’intera Scuola Esoterica. Ed è una patente menzogna l’affermazione che solo nel 1921 egli abbia sciolto formalmente la Sezione cultico-conoscitiva, perché lo fece non formalmente, bensì essenzialmente e spiritualmente nell’autunno del 1914, ossia ben sette anni prima di quanto afferma Giorgio Tarditi Spagnoli. E questo non lo dico io, bensì lo afferma lo stesso Rudolf Steiner.

Ed è una menzogna che lo avesse fatto “almeno apparentemente”, come afferma il nostro giovin autore. Ed è parimenti una sporca menzogna l’affermazione chepoco prima della morte, Steiner comunicò in gran segreto ad alcuni discepoli a lui più vicini, tra i più alti gradi della Mystica Aeterna, il suo desiderio di vedere di nuovo il rito risvegliato ed operativo”. La verità è che sin dal giugno del 1924 – ed io possiedo le drammatiche testimonianze scritte di questo fatto – Rudolf Steiner affermò che la Fondazione di Natale del 1923 “non era stata accolta dalla rifondata Società Antroposofica Universale, e di conseguenza essa era stata ritirata nel Mondo Spirituale”. E soprattutto dopo i gravi tradimenti e le inadeguatezze, la poca serietà di molti antroposofi, che lo costrinsero a buttar fuori dalla Prima Classe Esoterica ben diciassette persone in pochi mesi, egli non parlò mai più della Fondazione di Natale, e non volle riaprire in forma nuova la Seconda e la Terza Classe della Scuola Esoterica. Non solo: dopo il gravissimo tradimento, avvenuto nel 1924 alla fine d’agosto a Londra, lasciò incompleta anche la formazione della Prima Classe della Scuola Esoterica. Inoltre, nel Convegno di Natale del 1923, egli scrisse a chiarissime lettere, che la Società Antroposofica Universale non era, in nessuno dei suoi aspetti, una società segreta, e non lo era neppure la Libera Università sita al Goetheanum. Infatti, Rudolf Steiner negli Statuti della Società Antroposofica Universale, scrive – e persino il Tarditi Spagnoli se li può facilmente leggere, per es. in Lettere ai Soci 1924, Editrice Antroposofica, Milano, 1989, p. 13 – quanto segue:

«Art. 4 – La Società Antroposofica non è una società segreta, ma una società completamente pubblica. Può diventare socio, senza distinzione di nazione, di condizione sociale, di religione, di convinzioni scientifiche o artistiche, chiunque consideri giustificata l’esistenza di una istituzione come è il Goetheanum, a Dornach, quale Libera Università di scienza dello spirito. La Società respinge ogni atteggiamento settario. Non considera la politica come facente parte dei suoi scopi.

[,,,]

Art.8 – Tutte le pubblicazioni della Società saranno pubbliche come quelle di altre società pubbliche (1). Non faranno eccezione neppure le pubblicazioni della libera Università di Scienza dello Spirito […]

Nota (1): Sono state e saranno ancora pubblicate anche le condizioni della via di conoscenza antroposofica». Il rilievo in grassetto delle parole di Steiner è mio.

Si tenga presente che la Prima Classe della Scuola Esoterica era tutt’uno con la Libera Università e che gli Statuti, scritti da Rudolf Steiner, valevano per l’intera Società Antroposofica, Classe Esoterica compresa. Questo smentisce totalmente le affabulazioni del nostro giovin scrittore circa la segretezza, il preteso Rito massonico egizio, a suo dire sopravvissuto segretamente, ed altre sciocchezze e favole da lui inventate. 

Quando, nel 1921, Rudolf Steiner tornò in Norvegia, nella capitale Christiania, l’attuale Oslo, e vide che gli antroposofi  norvegesi che avevano fatto parte della Mystica Aeterna, essendo stati tagliati fuori per sette anni dai contatti con Dornach a causa della I Guerra Mondiale, non avevano saputo che la Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica era stata da lui sciolta – e non messa temporaneamente in sonno, come direbbero i massoni, ossia temporaneamente sospesa e quindi risvegliabile – ma invece proprio ritualmente chiusa e sciolta, riunì gli appartenenti norvegesi a tale Sezione cultico-conoscitiva, e chiuse definitivamente anche per loro la Mystica Aeterna. E come è chiaramente documentato nell’opera curata da Hella Wiesberger – egli non lo fece ritualmente, bensì con una semplice riunione, in quanto la chiusura rituale era già avvenuta nel 1914 a Dornach. Quindi è una grossa fola o, come dicono i giovani d’oggi, una bufala, quella che ci viene a raccontare il nostro giovin autore, e un’altra fola, o bufala che dir si voglia, è quella che vi siano stati, e ci sarebbero ancora, gruppi che avrebbero “continuato a praticare, in modesto silenzio, il contenuto iniziatico, sin oltre la II Guerra Mondiale”. Ed è altresì una non disinteressata menzogna, che “poco prima della morte, Steiner comunicò in gran segreto ad alcuni discepoli a lui più vicini, tra i più alti gradi della Mystica Aeterna, il suo desiderio di vedere di nuovo il rito risvegliato ed operativo”. Il tutto al fine di accreditare agli occhi degli ignoranti, degli ingenui e degli sciocchi, che vi sarebbero tuttora dei legittimi eredi di quello che, a loro dire sarebbe stato un Rito massonico, mentre non lo era affatto, in modo di riuscire a dare, forse, auguste origini ad un possibile eventuale tentativo di lui, Giorgio Tarditi Spagnoli e del suo australe amico, Samuel Timoti Robinson, di accamparsi a “risvegliatori” e “continuatori” della Mystica Aeterna di Rudolf Steiner, mettendosi esplicitamente alla pari di tanto Maestro.

Ed ora la “chicca” finale, scritta dal nostro giovin scrittore ligure, dell’articolo postato su una delle molte pagine scioccamente dedicate ad una Antroposofia degradata e deformata:

«Arriviamo alla situazione attuale, in cui questo particolare rito risulta pressoché sconosciuto, dimenticato e perfino negato affinché la figura di Steiner potesse divenire del tutto assimilabile al mondo accademico, una vera laicizzazione della sua opera, nonostante il desiderio di risveglio del rito espresso da Steiner sul letto di morte.

Eccoci dunque giunti alla fine di questo breve excursus, volto a gettare luce sulla questione della Mystica Aeterna. È rimasta nell’oblio troppo a lungo e il suo ruolo di crocevia di diversi e importanti ordini iniziatici occidentali, è stato troppo grande per essere dimenticato: la sorgente della Mystica Aeterna è nel Misraim stesso e dunque trova il suo posto nella tradizione esoterica occidentale degli ordini iniziatici.

Al contempo non c’è alcuna contraddizione di fondo tra la massoneria egizia e l’antroposofia: sono indissolubilmente legate, seppur non agli occhi del mondo profano, che ignora le radici profonde dell’esoterismo antroposofico. Ma tale secretum non fa che aprire un ulteriore spiraglio nel nesso occulto che lega gli Antichi ai Nuovi Misteri».

Nuovamente, occorre ribadire che è una menzogna che Rudolf Steiner, sul letto di morte, abbia espresso il desiderio di vedere rinascere “questo particolare rito pressoché sconosciuto, dimenticato e perfino negato”: è falso che Rudolf Steiner ne abbia voluto il risveglio e ne abbia affidato il compito segretamente a particolari discepoli; è falso, falsissimo, che la Mystica Aeterna fosse un Rito massonico, in quanto era unicamente una parte – e solo quello – della Scuola Esoterica fondata da Rudolf Steiner. Ancora più falso è che la Mystica Aeterna fosse un “crocevia di diversi e importanti ordini iniziatici occidentali”, le cui degenerazioni, sia politiche che medianiche, Rudolf Steiner combatté sempre aspramente. È parimenti falso che la Mystica Aeterna avesse “la sua sorgente nel Misraim”, dal quale essa era completamente diversa per rituali, dottrine e metodi di sviluppo interiore: Essa aveva, al contrario, la sua sorgente unicamente – e ripeto: unicamente – nell’esperienza interiore di Rudolf Steiner, il quale scrisse apertamente e chiarissimamente ne La mia vita, nel XXXVI Capitolo, che la sua Mystica Aeterna non avrebbe preso nulla, assolutamente nulla, dall’Istituzione Yarker, ossia né dall’Antico e Primitivo Rito di Memphis o Rito Orientale, né dal Rito di Misraim o Egiziano.

A meno che il nostro giovin scrittore ligure non voglia accusare Rudolf Steiner e Marie Steiner di mendacio, nonché il presente lupaccio cattivissimo di totale imbecillità (cosa che nei confronti di un lupaccio come il sottoscritto non consiglierei proprio a nessuno di fare…), dovrà pur rendersi conto ch’egli viene sempre, ogni volta, smentito proprio dalle parole stesse di Rudolf Steiner. Infatti, nel citato XXXVI Capitolo de La mia vita, che apparve per la prima volta come LXVIII puntata, pubblicata nella rivista Das Goetheanum, Nr. 12 del 22 Marzo 1925, una settimana prima della morte di Rudolf Steiner, e quindi il suo definitivo pensiero, che traduco ad litteram dall’originale tedesco, possiamo leggere:

«Unsere Unterschriften waren unter «Formeln» gegeben. Das Übliche war eingehalten worden. Und während wir unsere Unterschriften gaben, sagte ich mit aller Deutlichkeit: das alles ist Formalität, und die Einrichtung, die ich veranlasse, wird nichts herübernehmen von der Yarker-Einrichtung. 

Ovverossia:

«Vi furono le nostre firme sotto le «Formule», l’usanza era stata rispettata. E mentre firmavamo, io dissi con totale chiarezza: tutto questo è formalità, e l’Istituzione alla quale do inizio [sc. la Mystica Aeterna] non prenderà nulla dalla Istituzione Yarker». 

L’origine della Mystica Aeterna, dunque, è tutta nell’esperienza spirituale di Rudolf Steiner, e il suo luogo deputato è stato unicamente l’Antroposofia e la sua Scuola Esoterica, in quanto non era, non voleva e non poteva essere un Rito massonico, né una società segreta, né come tale essa  venne mai riconosciuta dalle varie Obbedienze massoniche. Anzi, le società segrete dell’epoca – e, con loro, i milites della Societas Jesu – combatterono ferocemente Rudolf Steiner proprio perché egli rendeva pubblico quanto essi preferivano, per motivi di potenza, che rimanesse segreto. Del resto, Rudolf Steiner stesso disvelò il fatto – oltremodo increscioso per loro che venisse a conoscenza del pubblico – che le varie società segrete, oramai da secoli, erano incapaci di autentica esperienza spirituale diretta, che vivevano perlopiù di tradizioni simboliche meccanicamente trasmesse, e da tempo svuotate di ogni vitalità spirituale autentica; società segrete che si rivolgevano a ben miseri surrogati, quali erano i metodi medianici e le varie forme di bassa magia allora in uso, e che, infine, perseguivano finalità di egoistica potenza e non fini veracemente spirituali. Ciò, ovviamente, non gli fu perdonato.

Quanto alla Golden Dawn, e alla Stella Matutina, sua figlia primogenita, che tanto piacciono al nostro giovin autore, allorché fu chiesto a Rudolf Steiner che cosa pensasse dei rituali, sedicenti ermetico-kabbalistico-rosicruciani di tali organizzazioni, egli rispose, umoristicamente, che «erano teatralmente molto scenici e coreografici».

Questo per quanto del suo post viene pubblicato nel noto social forum. Ma per concludere l’analisi della Premessa che Giorgio Tarditi Spagnoli ha posto all’inizio della sua opera, devo rilevare che là dove egli si appella «ai principi di positività nell’atteggiamento, spregiudicatezza nel pensare e armonia dei sentimenti coi quali accogliere – in libertà – gli incontri del destino che avvengono nell’elemento umano», là dove parla di «spirito di antidogmatica apertura», e là dove scrive che:

«Volendo andare oltre, è possibile interpretare la quantità di fonti al di fuori del movimento come un sano esercizio di oggettività rispetto alle fonti, così che ognuno possa formarsi un’idea della materia e trarre da sé eventuali conclusioni, un esercizio utile per ogni antroposofo nonché un processo assolutamente necessario in quest’epoca dell’anima cosciente presieduta dall’Arcangelo Michael»,

in realtà egli – molto callidamente – imbonisce e fa appello alla credulità del lettore, intorpidendone, con belle frasi, il senso critico, e cerca di contrabbandare gli esauriti metodi superati di epoche trascorse, svuotati del vivente contenuto originario, e riempiti oramai di una inversa, e medianica, bassa magia arimanica, spacciandoli per la Via dell’anima cosciente dell’epoca dell’Arcangelo Michele. In parole povere, ma schiette, costui propone – ad antroposofi e discepoli di Massimo Scaligero – il tradimento spirituale come “Via di Michele”. E poi lo strano sono io!

In realtà, nei tre volumi dell’opera del nostro giovin ligure autore, non avviene che esponenti di discutibili vie, diverse e spesso antitetiche alla Scienza dello Spirito, o Antroposofia, vengano elevati al livello di Rudolf Steiner, semmai quel che avviene – e, secondo me, questa è una abile e intenzionale strategia del nostro giovin autore – è che lo stesso Rudolf Steiner venga abbassato, banalizzato, e appiattito, al livello di un Theodor Reuss, di un Aleister Crowley, di un Max Heindel, o del peggiore Mac Gregor Mathers, o della Dion Fortune, o anche al livello mediocrissimo del Dr. Robert Felkin o di quel bravuomo di Arthur Edward Waite. Questa strategia ostentatamente – e falsamente – laudativa, ma sostanzialmente denigratoria, è tipica della insinuante azione gesuitica. Forse mi sbaglierò, ma visto chi del nostro giovin autore era suo dichiarato mèntore,  e come questi venisse laudato e commemorato sul teilhardiano e darwiniano blog gesuita, e vista l’insinuante azione editoriale tomberghiana in Italia e altrove, e quanto opera il gianicolense Innominato, amico del direttore di tale casa editrice filogesuitica, che fa pure scrivere sulla sua rivista romana. sedicente “scaligeropolitana”, e, infine, constatata l’assoluta identità delle strategie da tutti loro messe in atto, il dubbio, o il sospetto, che sia proprio così è piuttosto forte e lecito. Vedremo…

Il nostro giovin scrittore potrebbe, forse, pensare che tutti gli antroposofi e tutti i discepoli di Massimo Scaligero siano degli sprovveduti e degli ingenui ignoranti, cui sia sin troppo facile darla a bere. Ma, in tal caso, egli si sbaglierebbe di grosso, perché esistono anche dei cattivissimi lupacci i quali, oltre che a praticare a più non posso la Concentrazione e la Via del Pensiero, hanno ben studiato – per oltre cinque decenni – e continuano a studiare questi vieti argomenti, e che della Mystica Aeterna già si occupavano quand’egli non era ancora nato.  

Per adesso, avendo esaurito l’analisi della Premessa dell’opera di Giorgio Tarditi Spagnoli, mi fermo qui, anche perché il presente articolo è già troppo lungo, e non devo abusare eccessivamente della pazienza del candido lettore. Continuerò, tuttavia, ad analizzare su questo blog le affermazioni contenute nella sua opera, e a verificarne la verità o la falsità. Ma al benevolo lettore di questo temerario blog, vorrei consigliare di meditar bene le savie parole ammonitrici, che si trovano nel frontespizio delle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz, Anno 1459, parole il cui testo latino ho posto all’inizio di questo articolo, e che nella bella lingua del mio amato Dante così suonerebbero:

Le cose arcane, una volta pubblicate, divengon vilissime, e quelle profanate smarriscono la grazia: perciò non gettare le perle ai porci e non approntare ad un asino un letto di rose!

8 pensieri su “SMASCHERARE LE FALSE APPARENZE – ABBATTERE LA MENZOGNA

  1. Certo che è un articolo mostruoso! E, mai contento, Hugo minaccia di continuare!!

    Purtroppo non mi è possibile metter bocca su diverse cose. Non fanno parte del mio portato. Posso solo aggiungere qualcosa nel merito generale.
    Non mi appaiono strane certe affermazioni imprudenti o erronee del giovane saggista. Visitai per puro caso il suo blog tempo addietro e trovai, nel notevole flusso dei suoi scritti, affermazioni e collegamenti assai peregrini, audaci ma bislacchi. Svolti cioè in maniera che la quantità sopraffacesse di molto il rigore e la prudenza (vissuta come virtù dello spirito): l’ineleganza della superficialità. Ciò non è segno dello spirito ma dei tempi.
    E’ l’arte, tutta contemporanea, di abbassare il livello delle cose alte. Essa è congegnata per respingere (e anestetizzare) quella minima sensibilità che ancora può esserci nell’anima qualora tenti di avvertire il silente linguaggio dello spirito. In ciò serpeggia l’inganno diabolico.

    Ho letto, con dispiacere, gli attacchi, come sempre astiosi e grossolani, contro l’autore dell’articolo e che sono ripetitivi nel loro meccanismo: si attacca la persona e mai (mai!) il contenuto, vero o falso che sia, di ciò che ha scritto.
    E tradisce i suoi contestatori, che si svelano “deboli e piccini” (copyright by E. P.).

  2. Presto, aprite una nuova sezione!
    “Il barbiere pagano: pelo e contropelo” 🙂

    Ps: Utilizzando un termine tecnico preso a prestito da uno scienziato italiano mai dimenticato perché mai conosciuto, Marco Todeschini, possiamo convenire che l’epoca in cui è apparso, l’umanità con cui ha vissuto, siano state, per la figura di Rudolf Steiner, un “centro mosso”.
    L’evidente intenzione di abbassare, banalizzare, appiattire la Sua figura è frutto di un sognante immergersi nella Sua Opera, per cui ” l’inganno medianico, yoghico, magistico” deraglia, cozza, irrimediabilmente frantumandosi: Rudolf Steiner NON EBBE UNA VITA PRIVATA(ecco anche perché “attrae” così poco rispetto a tante altre figurine).
    Provando a guardare alla Sua vita, e provando a non gettare perle ai porci, nè approntare letti di rose per asini, e silenzio permettendo, a me vien di rispondere solo così:
    “Risultati di osservazione animica secondo il metodo delle scienze naturali”

  3. Certamente è per tutti!
    A qualche livello, l’uomo avverte questa responsabilità, e la differente evoluzione dei sui veicoli esperienziali e la corrispettiva coscienza di essi, che è dire del proprio movimento, fa sì che ignoranza, paura, avversione dian luce agli inganni mistici, yoghici, magistici. Ecco che l’apprendista stregone, con la sua connaturata immobilità, pretende di entrare in Paradiso in carrozza.

    “Purtroppo de Becker mostra come, senza una apertura dell’anima assai profonda o se si preferisce una specifica ‘segnatura’ karmica(mica siamo in democrazia), siano talvolta vani anche frammenti di esperienze ‘forti’.”
    (Isidoro, Commodoro d’oro)

  4. Grazie, Hugo. Chi ha lauree su laure non riceve il diritto , per cio’ stesso, di inculcare, negli eventuali sprovveduti lettori di temi a loro poco o per niente noti, panzane le quali, come tali, a un serio cioe’ realistico esame documentale cadranno sempre in forza del peso stesso della loro connaturata e dimostrabile bugia. Secondo retta ragione, cio’ che scrivi diventa obiettivamente irrefutabile; e infatti apre un ampio spiraglio alla conoscenza della Storia (la quale non e’ mai ipotetica,non prestandosi a vana congettura setimentalitica)

  5. Hugo, lupaccio cattivissimo,
    quel che conta: è lucidissimo.
    Scrive presto ed al mattino
    del pensare adamantino.
    Posta pure a mezzogiorno
    degli ignavi di contorno.
    Ma se posta verso sera
    già è stroncata una carriera.
    Forse scrive anche di notte
    e sono crude e sono cotte.

    Chiedo scusa, per le rime leggere, a me necessarie: il tema è pesante e la (mala) opera di “abbassare il livello delle cose alte” – incoscientemente o scientemente condotta – imperversa ovunque. Sotto il tacito e assai poco vigile assenso dei più. L’humus ideale per “fraterne” connivenze: passività, pavidità, pigrizia, tiepidità, buonismo, miopia. Diversamente, ci si potrebbe permettere il lusso di occuparsi d’altro. La buona fede non basta: essa non ha alcun valore se il bianco è nero e il nero è bianco. Non si può tacere su questo.
    Temo che a poco serva, ma fa benissimo Hugo a precisare: “nulla di personale, come dicono nei film americani: semplicemente chiameremo vero il vero e falso il falso”.

    Volevo solo confermare quanto Hugo scrive nel suo precedente articolo riguardo a Michele Sarà, stimato professore di..altra scienza (anni fa studiai su un suo testo di zoologia), che ben poco ha a che fare con la Scienza dello Spirito. Tutto fa curriculum, si dice. Se giova alla carriera…

  6. Anzi, grazie di cuore, Valentina, per aver portato un po’ di leggerezza, di sano “humour”, a seguito di questo articolo, che – credimi – a me costa molta fatica e combattimento interiore, perché vorrei che certe sciagurate profanazioni non esistessero proprio, ma dovendo combatterle, bisogna impegnarsi alla pugna con severità e documentare con estremo rigore quello che si dice.
    E poi, Valentina cara, “quis vetat ridendo dicere verum?”. E’ meglio davvero dire cose vere con aria scherzosa, piuttosto che dire menzogna con aria devota e compunta, e portando la maschera della serietà!

    Hugo,
    lupaccio cattivissimo,
    dall’umore ferocissimo.

Lascia un commento